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Collezione di fossili del Senigalliese di Vito Procaccini Ricci

(Miocene Superiore: da 7 a 5,3 milioni di anni fa)

Qui si conserva una delle maggiori collezioni di foglie fossili italiane del passato, punto di riferimento per gli studi della botanica antica del Miocene non solo italiano.

La raccolta è composta dalla flora e fauna fossili trovate dallo scienziato Vito Procaccini Ricci nei terreni di età messiniana dei dintorni di Senigallia e acquistata alla sua morte da Giuseppe Scarabelli che incaricò il veronese Abramo Massalongo (1824-1860?) di studiare i resti vegetali. Scarabelli si occupò di persona delle stratigrafie e della cartografia della zona. Gli esiti furono pubblicati nel 1859 in una monografia scientifica. Lo studio dei fossili di insetti, molluschi, pesci a b, anfibi ed uccelli e, in particolare, delle piante, ha permesso di ipotizzare che nel Miocene il paesaggio del Senigalliese fosse assai diverso da quello attuale, sia sotto il profilo morfologico che climatico.

La presenza di piante come il bambù, le canne, il papiro, i pioppi e i salici indica che dovevano esservi luoghi umidi con corsi d’acqua, stagni e paludi c.

L’elevato numero di Lauracee e di altre essenze tipiche documentano l’esistenza di una foresta oggi caratteristica di aree a clima tropicale o subtropicale umido d.

Infine altre piante, come aceri e, faggi, querce e sequoie, indicano la presenza di rilievi che si alzavano alle spalle delle zone pianeggianti precedenti.