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Archeologia

“Pietre lavorate” di età preistorica raccolte nel territorio imolese, studiate da Scarabelli nel 1850

Giuseppe Scarabelli è l’iniziatore degli studi di preistoria in Italia: nel 1850 pubblica Intorno alle Armi Antiche di pietra dura che sono state raccolte nell’Imolese, considerato il primo studio scientifico di preistoria italiana. In quell’articolo Scarabelli descrive accuratamente una collezione di strumenti di pietra lavorata di età preistorica raccolti da Giuseppe Cerchiari e in parte dallo stesso Scarabelli. Un esempio dell’attenzione precoce di Scarabelli per gli aspetti legati all’archeologia sperimentale sono due tavole di disegni (in esposizione) in cui i reperti litici sono ordinati in base al numero delle scheggiature che li hanno prodotti.

I manufatti di pietra scheggiata sono realizzati in ftanite, diaspro e selce, pietre che quando vengono percosse con forza producono schegge con taglio a spigolo vivo. Quelli in pietra levigata sono rappresentati perlopiù da asce e asce-martello in pietra dura.

I reperti dei quattro ripiani inferiori della vetrina sono i più antichi, risalgono al Paleolitico inferiore, periodo segnato dall’arrivo in Europa dei primi ominidi. Pur con molte incertezze la prima presenza umana in Emilia-Romagna si colloca intorno a 800.000 anni fa nel periodo delle glaciazioni.

Le industrie litiche imolesi però sembrano essere posteriori a quel primo momento e paiono collocarsi intorno ai 200.000 anni fa durante il periodo interglaciale Riss-Wurm. I reperti sono stati interpretati come i resti di accampamenti temporanei ubicati in luoghi strategici per le materie prime, per l’acqua e per l’avvistamento della selvaggina.

La collezione è stata esposta seguendo la classificazione pubblicata in un recente studio (1996). I reperti sono suddivisi in tipologie: bifacciali a, choppers, coltelli a dorso naturale, denticolati, erti, grattatoi, lame-raschiatoio c, nuclei b, percussori, punte d (divise in quattro gruppi), raschiatoi, scagliati, schegge, schegge levallois.

Nel primo ripiano in alto sono esposti reperti risalenti al Neolitico (6000-3.500 a. C.), all’età del rame o Eneolitico (3500-2000 a.C.) e all’età del bronzo (2000-950 a.C.)

Le accette di forma triangolare g furono realizzate in un ampio arco cronologico: dal Neolitico all’età del metalli. Le asce martello f si datano dall’Eneolitico alla prima età del bronzo. Numerose sono le punte di freccia e sicuramente eneolitiche, a cui altre se ne aggiungono di cronologia più ampia. I manufatti raccolti sono una testimonianza del grande cambiamento che la comunità umana affronta con l’agricoltura e l’allevamento degli animali: nascono i primi villaggi e si elaborano nuove forme di organizzazione sociale.