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Reperti dallo scavo del villaggio dell’età del bronzo sul Monte Castellaccio di Imola (1873-1883)

La vetrina racconta uno dei progetti più importanti e originali nella storia degli studi preistorici, caratterizzato dalla grande cura con cui fu realizzato e dall’utilizzo di metodi allora sperimentali, come la fotografia. Il lavoro è pubblicato in un volume che raccoglie l’analisi dello scavo condotto seguendo il metodo stratigrafico, il disegno dei reperti, le piante e le sezioni di scavo (in esposizione) e un’accurata tavola geologica della zona. Scarabelli consapevole dell’importanza della ricerca e desideroso di comunicarla in maniera semplice e immediata cura nell’allestimento del Museo anche una parte didattica costituita da un plastico in gesso (in esposizione 2c) e da disegni ricostruttivi di una capanna preistorica (in esposizione).

 

Il luogo e lo scavo

Il Monte Castellaccio è una bassa e piatta collina (meno di mezzo ettaro) all’interno del Parco delle Acque minerali di Imola. Giuseppe Scarabelli la scava seguendo il metodo stratigrafico e la esplora quasi per intero tra il 1873 e il 1883, ritrovando i resti di un intero villaggio dell’età del bronzo, abitato dal 1700 e al 1150 a. C. e formato da una dozzina di capanne di forma rotondeggiante disposte attorno a uno spazio aperto comune, all’interno avevano un focolare e una grande buca (in esposizione 2a, 2b). Dentro le capanne si macinavano i cereali e si preparavano i cibi, si filava f g. Il vasellame domestico comprendeva grandi vasi per conservare cibi e liquidi, pentole per cucinare e vasi da mensa i l. La presenza di ugelli per mantice h indica che nel villaggio si praticava la fusione del metallo, la nuova tecnologia affianca la tradizionale scheggiatura della selce testimoniata dal ritrovamento di percussori d e da una buona quantità di industria litica. Lo studio dei reperti ha dimostrato che nel villaggio si praticava la coltivazione dei cereali a b e m, l’allevamento di pecore e capre, buoi, maiali, cavalli, cani e la caccia ad animali selvatici come il cervo, il cinghiale e il capriolo.