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Materiali delle “Argille Scagliose” e della Formazione Marnoso-arenacea dell’Appennino Settentrionale

(dal Mesozoico al Miocene: da 180 a 6 milioni di anni fa)

La Formazione Marnosa-arenacea è caratterizzata dal ritmico alternarsi di arenarie e marne. Esse sono il frutto della trasformazione in roccia dei sedimenti sabbiosi e argillosi costieri che sono stati trasportati da grandi masse d’acqua torbida fino sul fondale di un bacino marino profondo, a partire da foci fluviali o da spiagge. Questi strati, detti torbiditici per la loro origine, si sono accumulati per uno spessore che supera i 3-4 km. Nella vetrina sono particolarmente interessanti alcuni magnifici esemplari di Paleodictyon a e la raccolta di Lucine b.

La parte in basso a destra della vetrina è dedicata alle Argille Scagliose. Tale termine fu introdotto dal geologo Gian Giuseppe Bianconi nel 1840 per indicare le argille nerastre con macchie e vene rosse, punteggiate da blocchi di roccia di varie dimensioni e tipologie che affiorano nei calanchi del bolognese.

Oggi sappiamo che le Argille Scagliose sono formate da relitti rocciosi di uno scomparso oceano, chiamato Ligure-Piemontese per indicarne l’antica posizione. Queste rocce, negli ultimi cento milioni di anni, sono state lentamente spinte, fatte scorrere e rotolare, in condizioni subacquee dai movimenti della crosta terrestre e dalla gravità, fino a raggiungere e sollevarsi nella posizione odierna sul bordo padano-adriatico dell’Appennino. In questo movimento sono state caoticizzate, rimescolate e hanno inglobato i blocchi di rocce che hanno incontrato lungo il loro percorso, anche di enormi dimensioni come nel caso dei calcari di San Marino c. Questa complessa storia geologica ha fatto sì che le Argille Scagliose vengano a costituire una straordinaria collezione naturale di svariati tipi di rocce (sedimentarie, metamorfiche d, vulcaniche, minerali e e fossili f.